MAXXI, le email, le rastrelliere e #salvaiciclisti

Tutto è cominciato ieri sera nel giorno di Ferragosto. Carla scrive sul gruppo facebook Salvaiciclisti Roma:
Oggi ho fatto una passeggiata al Maxxi, non ero in bici ma in una zona (tra le poche) in cui ci sono piste ciclabili, qui non c’erano rastrelliere… E il passaggio di ciclisti era costante. Con tutto quello spazio, che gli sarebbe costato? Possibile che anche in strutture recenti non si pensi mai a chi si muove su due ruote? Ora pare sia stato anche commissariato, figuriamoci se penseranno a installarle adesso”

Immediatamente gli utenti del gruppo si sono mobilitati per fare pressione sul nuovissimo Museo romano e ottenere l’installazione di stalli dedicati al parcheggio delle bici. In poche ore si è deciso di partire con l’invio di massa di messaggi agli indirizzi email della Fondazione MAXXI e alla relativa pagina facebook. La richiesta è semplice “diamo un segno di svolta e di civiltà in questa città ancora in ritardo rispetto alle altre capitali europee. Aiutateci a farci raggiungere il Museo nel modo più civile, economico e sostenibile, cioè con la bici“. La risposta della Fondazione non si è fatta aspettare e a metà giornata del 16 agosto è arrivata una dichiarazione ufficiale di Anna Mattirolo, direttore del settore Arte del Maxxi“Non ho adesso sottomano le mail che stanno arrivando ma accogliamo senz’altro e con entusiasmo l’idea. Sarà nostra cura installare le rastrelliere il prima possibile: tra l’altro molti nostri giovani collaboratori vengono al lavoro in bicicletta”.

Siamo entusiasti del risultato finora ottenuto ma vigileremo attentamente sull’applicazione delle promesse. Cogliamo l’occasione per segnalare che tra tutti gli stalli in circolazione Roma ha già scelto il suo modello e vorremmo che fosse sempre questo ad essere installato. Si tratta del parcheggio a forma di Phi-greco di cui si trovano diversi esempi nelle principali stazioni ferroviarie e della metropolitana.



La donna che difende il Colosseo

Non capita spesso ma certe volte capita. Capita ancora di stupirsi davanti alla cristallina bellezza delle affermazioni convinte, palesemente trasparenti, si viene così quasi rapiti da una voce decisa, fuori dal coro, che forse ama ancora il proprio lavoro e per questo è pronta ad assumersi delle responsabilità, stiamo parlando di Rossella Rea, direttrice del Colosseo, che con la lucidità e la competenza che le sono proprie, ribadisce forse l’ovvio ovunque ma non in Italia, preservare, curare, proteggere e restituire di dignità a quei valori artistico architettonici di cui forse l’eccessiva abbondanza, ha reso miopi gli amministratori così poco curanti di perle dalla redditività imbarazzante.

Così Rossella Rea chiede l’ovvio, chiede che il monumento principe dell’antica Roma torni a dignità, sia difeso dall’attacco a cui da decenni viene sottoposto, colpito da un traffico bizzarro violento e anarchicamente gestito, questo però non è facile in un paese in cui chi dice come stanno le cose è oggetto di bersaglio e scherno.

Oggi elogiamo questo personaggio che ha trovato il modo di stupirci e le rendiamo omaggio con tutta la nostra vicinanza e affetto più profondo. E vogliamo incontrarla per esprimerle la nostra stima e offrirle il nostro appoggio di cittadini ciclisti che non ne possono più di vedere la città più bella del mondo ridotta a un autodromo, con il Colosseo a fare da Meta Fetens.

[1] La Stampa: #Alemanno, il Duce e il #Colosseo