È ora di decidere cosa faremo nel 2016.

Il prossimo 13 Gennaio alle ore 19:00 è convocata l’Assemblea Ordinaria dell’Associazione Salvaiciclisti – Roma.
L’Assemblea si terrà presso i locali della Ciclofficina Centrale di Via Baccina 37.
All’Ordine del Giorno.
1) Rendiconto economico e tesseramento. Approvazione bilancio preventivo 2016. Approvazione bilancio consuntivo 2015
2) Proposta modifica statuto
3) Amministrative 2016. La posizione di Salvaiciclisti – Roma.
4) Bici Senza Frontiere
5) Resoconto iniziative in corso e proposte gruppi di lavoro.
6) varie ed eventuali
Nel frattempo, passate un buon Capodanno.
Consiglio Direttivo Salvaiciclisti – Roma

Le nostre proposte in conferenza stampa al Campidoglio

La conferenza stampa indetta da Salvaiciclisti Roma è stata l’occasione per ribadire e rendere esplicite le nostre proposte per un cambiamento reale dello stato pietoso di Roma, soffocata dall’inquinamento.

Vogliamo il dimezzamento del parco macchine nell’arco di 5 anni tramite il disincentivo all’uso e l’incentivo ai mezzi non inquinanti, con il massimo investimento pensabile, anche attingendo ai fondi per la Difesa;

Area urbana 30 km/h, con controlli reali e pervasivi (autovelox, dissuasori, sanzioni);

Bike lanes come se piovesse (a proposito, questa storia che per ridurre l’inquinamento si aspetta la pioggia è molto romantica, riporta la mente a quell’innocente stato del primitivo che alzava gli occhi al cielo per capire dai segni degli déi il proprio destino), ciclabili , car e bike sharing comunale serio e non formale;

Pedonalizzazioni spinte del centro storico entro le mura Aureliane.

La situazione è sotto gli occhi, e nei polmoni, di tutti: se non si mette mano immediatamente al cambiamento radicale delle pazze abitudini stradali degli italiani questo paese non avrà un futuro moderno.

Non aspetteremo inerti che le amministrazioni si attivino con la massima solerzia nella direzione da noi auspicata.

Alla conferenza stampa è intervenuto, illustrando il decalogo antismog di Legambiente,  anche il direttore generale del Cigno Verde,  Stefano Ciafani, che ha così dimostrato la comunanza d’intenti esistente tra le due associazioni.

Vogliamo respirare

A Roma ci sono 700 auto ogni 1000 abitanti: un dato universalmente riconosciuto come ipnosi collettiva.
Non piove da circa due mesi. Dati alla mano, l’ultima vera a pioggia Roma si è vista il 10/10/2015 mentre all’ex-Cartiera di Via Appia Antica costituivamo l’Associazione Salvaiciclisti-Roma.
L’assenza di pioggia ha reso a tutti evidente un fatto ovvio: il livello di traffico privato a Roma e nelle altre metropoli italiane è insostenibile.
I dati diramati in questi giorni ci dicono che nelle aree urbane più inquinate l’aspettativa di vita si riduce di 24 mesi provocando più di 8.000 decessi prematuri l’anno, arrivando a circa 35.000 vittime l’anno in tutto il Paese a causa dell’esposizione a concentrazioni elevate di PM2,5 (dati ASL).
Le targhe alterne sono inutili. No, peggio: sono un incentivo ad usare l’auto con la targa giusta.
Infatti, da settimane, tutte le centraline per rilevamento delle polveri sottili fanno registrare livelli record di concentrazione. Un’enorme camera a gas che nella centralina sulla Tuscolana oggi segna il valore di 63 microgrammi/m3, ben oltre il valore limite giornaliero di 50 microgrammi/m3 ritenuto accettabile per legge.
Non è stato adottato, negli ultimi 10 anni, nessun provvedimento strutturale.
Citando i cittadini che attendono la realizzazione della ciclabile Nomentana: “Siamo affogati di traffico e si vietano i forni a legna per le pizze. Gli autobus sono bloccati nel traffico, ma non si tracciano le corsie preferenziali. Il bikesharing è inesistente ed il carsharing è lasciato all’iniziativa dei privati. I taxi multipli non esistono e quelli ordinari hanno prezzi da servizio di lusso. Niente carbon tax. Niente ciclabili e neanche le bike lanes tracciabili con quattro soldi.”
Esisterebbero numerosi provvedimenti a costo zero per incentivare la mobilità in bicicletta e la riduzione dell’uso dell’auto: il parcheggio delle bici nei cortili condominiali, il limite di velocità a 30 km/h, le pedonalizzazioni delle strade storiche.
Nessuno dice nulla. Nessuno fa nulla. A Roma, l’azienda per il trasporto pubblico non riesce a mantenere livelli decorosi di servizio, anche a causa dello stesso traffico privato che blocca le strade.
A nessuno viene in mente di dire la cosa più semplice, scontata, banale, pratica, ovvia, inevitabile: usa la bici!
Domani 29 dicembre alle ore 11.00 lanceremo su Twitter un tweetstorm con gli hashtag #USALABICI e #RESPIRIAMO, chiedendo a Governo e Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti (@matteorenzi @glgalletti  @graziano_delrio ) di attuare provvedimenti immediati.
Mercoledì 30 dicembre alle ore 12.00 convocheremo una conferenza stampa in piazza del Campidoglio per chiedere provvedimenti seri, immediati e necessari quali un piano operativo per il dimezzamento delle vetture private entro 5 anni e la realizzazione di corsie ciclabili e corsie preferenziali per il trasporto pubblico.
Inoltre per affrontare in maniera concreta le soluzioni percorribili per un nuovo modello di mobilità urbana, in assenza dell’intervento delle istituzioni, il 6 gennaio 2016 invitiamo tutti alla proiezione di Bikes vs Cars, che si terrà al Cineclub Detour in via Urbana 107 alle ore 20:00, a cui seguirà un dibattito pubblico.
Devi andare al lavoro? #usalabici
Devi andare a trovare nonna? #usalabici
Devi andare a fare i regali? #usalabici
Devi andare al mercato? #usalabici
Devi andare alle poste? #usalabici

Occupy Appia Antica: è domenica 20 dicembre

Venite a buttare fuori le automobili dall’Appia Antica? Qui sotto il testo ufficiale dell’appello. Faremo massa critica per impedire il transito motorizzato sulla Regina Viarum.

“Domenica 20 dicembre dalle ore 11:00 vi aspettiamo tutti sulla via Appia Antica, nel tratto tra Porta San Sebastiano e via Ardeatina, per dare un messaggio forte all’Amministrazione e agli automobilisti romani sul rispetto della vigente ordinanza del Sindaco (9 marzo e 27 aprile 1997) che prevede la chiusura al traffico della strada durante le domeniche e i festivi.

Ordinanza che, nonostante l’apposita segnaletica, viene continuamente disattesa per mancanza dei controlli ai varchi di accesso, ma soprattutto a causa dell’incuria politica per un gioiello dal valore inestimabile quale è la Regina Viarum. Così si mette a rischio l’incolumità delle migliaia di cittadini e turisti che proprio in quei giorni passano a piedi e in bicicletta sulla strada, accesso principale al parco archeologico.

A gran voce verrà chiesto inoltre il rispetto dei già previsti divieti di sosta e dei limiti di velocità su tutta la strada.

La manifestazione viene promossa in collaborazione con l’Evento “Pedalata d’Inverno” che partirà da Piazza del Popolo (appuntamento alle 10.00, link all’evento qui) e culminerà proprio sulla via Appia Antica, riempiendo la strada di centinaia di cicloamatori festanti che esporranno una serie di cartelli con dei messaggi per ricordare l’importanza di rendere pedonale, almeno la Domenica, quest’area così importante per la nostra città.

L’Ente Parco Regionale Appia Antica accoglierà i ciclisti nei luoghi della Ex-Cartiera, organizzando visite guidate di gruppo e lasciando a disposizione l’intera area del parco adiacente per il pranzo al sacco e la socializzazione.

Gli hashtag correlati all’evento sono #appianticapedonale e #appianticacarfree.”

“Riemendamento” Filippi, i perché del nostro NO

Torniamo anche oggi -non ce ne siamo mai allontanati- sull’argomento “targa e bollo per le bici”, per esaminare dal nostro punto di vista cosa c’è che non va nella per ora solo annunciata riformulazione dell’ormai noto emendamento Filippi al Codice della Strada. Vediamone insieme la riformulazione:

“c-bis) la definizione, nella classificazione dei veicoli, senza oneri a carico dello Stato e attraverso un’idonea tariffa per i proprietari: [… parte dedicata alle motoslitte…]
2) delle biciclette e dei veicoli a pedali adibiti per il trasporto a pagamento, pubblico o privato, di persone, individuando criteri e modalità d’identificazione delle biciclette stesse nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale, nonché la circolazione delle stesse con un apposito contrassegno identificativo e l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi;”.

Il primo punto da rilevare è: perché inserire una normazione sul lavoro di alcune categorie nel Codice della Strada? Nel Cds si normano veicoli e infrastrutture, comportamenti alla guida, ma non certo le professioni (non ci risulta per esempio che vi siano norme sui pony express che usano il loro motorino, fenomeno pluridecennale ma stranamente scomparso dal radar di Filippi, né tantomeno sui loro mezzi); questa regolamentazione appartiene ad altre competenze normative.

Secondo punto, direttamente conseguente: perché, se il problema rilevato nella sua autonomia dal senatore, è la normazione delle attività commerciali legate ai mezzi a pedali, si intende intervenire sul mezzo e non sulla persona? Come se una guida turistica dovesse omologare chessò, la sua radiolina o gli altri strumenti del suo lavoro. La guida turistica, come invece logico, ha una licenza per svolgere la sua professione: al pari -e si torna in strada- dei tassisti. Logica vorrebbe dunque che normare la professione significhi studiare regole che si applichino alle persone, non agli strumenti di lavoro.
Terzo punto, l’ennesima ambiguità del lessico senatoriale porta a un possibile, anzi certo, problema per le biciclette destinate all’affitto o persino al bike sharing comunale: parlare di “biciclette e dei veicoli a pedali adibiti per il trasporto a pagamento, pubblico o privato, di persone” vuol dire includere anche le due categorie sopra citate nella normativa. Va da sé che la disparità di trattamento, soprattutto nel primo caso, potrebbe ampiamente portare all’estensione della normativa a tutte le biciclette italiane: qual’è la differenza “meccanica” tra una bici del noleggio e la nostra personale? Nessuna. Da qui alla targa e bollo per tutti il passo non è solo breve, è anche piuttosto ovvio.

Quarto rilievo, questo in realtà politico: si sente il bisogno di questo intervento, in totale controtendenza col resto del mondo? La nostra risposta è NO. La domanda che sorge spontanea è: cui prodest? Dal nostro punto di vista vogliamo ricordare che il senatore Filippi, nella scorsa legislatura, fu cofirmatario di una proposta di legge tesa all’introduzione del casco obbligatorio, altro intervento mortale per la ciclabilità mascherato da sollecitudine per la sicurezza, inesistente in larga parte del mondo e laddove applicato come in Australia subito ritirato per la sua capacità di abbattere in breve tempo la quota di commuter ciclisti in strada. Da ciò deriva un’ulteriore, profonda sfiducia, diremmo sospetto, in ciò che anima Filippi quando se ne esce con queste proposte. Vista l’assurdità, e l’incongruenza, della proposta odierna possiamo pensare che Filippi voglia curare non già gli interessi collettivi ma -legittimamente, eh- quelli del suo collegio elettorale, la Toscana. Cosa si costruisce in Toscana che potrebbe essere danneggiato dalla crescita della ciclabilità? Rispondetevi, ché a noi non va di prendere querele.

Ps: se non volete credere a noi, potreste dare fiducia però a loro.