
Ammettiamolo: a Roma chi usa la bici odia la European Cycling Challenge.
Non ci si capacita del fatto che la cittadina svedese di Umea, approssimativamente delle dimensioni di Arezzo, abbia più partecipanti di Roma a questo gioco.
Non ci si capacita del fatto che una grande capitale europea – Roma diosanto – partecipi a questa sfida invece di confrontarsi con Vienna, Berlino, Parigi, Copenhagen, Amsterdam. Ah già … i sette colli.
Non ci si capacita del fatto che della preziosa mole di dati raccolti durante le precedenti campagne – di cui Marco Pierfranceschi si è preso la briga di suggerire il potenziale valore – non sia stato fatto nulla, di nulla, di nulla.
Quest’anno gli attivisti che hanno preteso la partecipazione di Roma alle passate edizioni della ECC si sono fatti da parte. Roma Servizi per la Mobilità ha assunto – tardi – il ruolo di guida e ha invitato – tardi – le associazioni del settore ad animare la partecipazione a ECC2016.
Molti si stanno impegnando. Lorenzo Quaranta ha preparato un calendario di attività per il mese di Maggio. Si sono formati diversi gruppi di appassionati.
Salvaiciclisti-Roma partecipa alla campagna con il simbolo del Partito Ciclista Italiano, abbiamo già spiegato perché. Abbiamo creato un sub-team e alle 13.00 del 30 Aprile avevamo 90 adesioni, il 13% del totale su Roma, una frazione statisticamente rilevabile. Nello stesso momento le altre associazioni che dovrebbero avere una capacità di mobilitazione di livello cittadino, FIAB e BiciRoma, avevano rispettivamente 11 e 5 adesioni, numeri statisticamente irrilevanti. Perché?
Ammettiamolo: a noi l’appuntamento, fra poche ore, con l’inizio della European Cycling Challenge (ECC) piace perché somiglia ad una Massa Critica distribuita nello spazio-tempo. Per un mese in tutta Roma non si perde l’occasione di girare in bicicletta, lungo il percorso casa-lavoro, incontrandosi per caso in strada, accompagnando i bambini a scuola in bicicletta, raccontandosi come sarebbe incredibile vedere Roma senza automobili. Per molti è l’occasione di scoprire, o riscoprire, l’uso quotidiano della bicicletta. Dopo è difficile tornare indietro. Per questo partecipiamo alla ECC, anche se la odiamo.
Perché gli altri non partecipano?