Bagaglio a mano.

 

Durante questa settimana (4 e 5 Agosto) sono previste in Campidoglio le audizioni dei vertici di ATAC S.p.A. e Roma Metropolitane S.r.l.  .

#Salvaiciclisti-Roma ha inviato queste due richieste, una per ATAC e una per Roma Metropolitane, al Presidente della Commissione Trasporti e all’Assessora per la Città in Movimento, perché in audizione venga discusso il potenziamento del trasporto intermodale a Roma.

#Salvaiciclisti-Roma ritiene fondamentale, come uno degli strumenti per l’aumento della ciclabilità a Roma, che Roma Metropolitane ampli gli orari dell’ingresso delle biciclette nelle metropolitane esistenti e lo renda gratuito come incentivo all’utilizzo sia delle bici sia delle metropolitane, e che Atac ripristini al più presto il servizio di trasporto sui tram di nuova concezione e sulle linee bus dedicate; ricordiamo che il servizio, sperimentale nel corso del 2015-2016, è stato interrotto a causa di non precisati “rischi” del trasporto delle bici sui mezzi, e in caso di reiterazione del diniego chiede che vengano forniti i dati su morti, feriti e danni causati dalle biciclette in fase di trasporto all’interno del mezzo, anche in relazione all’afflusso.

L’Associazione giudica la sospensione del servizio -in cui le bici sono state finalmente indicate come “bagaglio”, al pari di passeggini e contrabbassi- un inaccettabile ritorno al passato e un disincentivo antistorico allo sviluppo della ciclabilità”.

Ciclopop

A Verona, durante la Cosmobike – Fiera Internazionale della Bicicletta  racconteremo come sono state concepite, realizzate e utilizzate le ciclopop romane.

Le ciclabili popolari, o “Ciclopop”, sono corsie ciclabili promiscue realizzate da gruppi spontanei di attivisti, sulla base di urgenze ignorate dalle amministrazioni cittadine.

Le Ciclopop si mimetizzano con la segnaletica stradale ordinaria, comportano costi contenuti e tempi di realizzazione molto brevi con vernice bianca e stencil. Sono auto-finanziate dai gruppi che le realizzano in sicurezza e con la rapidità necessaria per azioni dai forti connotati di illegalità.

D’altra parte, la realizzazione delle ciclopop si fonda sul principio dell’autodifesa. A Roma, dove a dispetto dell’uso diffuso della bicicletta non esiste un solo metro di corsia ciclabile promiscua sulla rete stradale, ne sono state realizzate cinque in corrispondenza di passaggi obbligati per l’attraversamento di barriere del tessuto urbano (ponti, sottopassi), comunemente percepiti come pericolosi da parte degli utenti più fragili della strada.

Le Ciclopop sono il potente simbolo di un cambio paradigmatico che fatica a penetrare in città come Roma: gli spazi urbani (incluse le strade) non sono il dominio esclusivo delle automobili ma luogo di condivisione e relazione.

Gli attivisti romani auspicano una rapida conclusione di questa fase di sperimentazione. La realizzazione di corsie ciclabili promiscue dovrebbe essere, per le amministrazioni di metropoli come Roma, una priorità assoluta in tema di interventi per la promozione di un nuovo modello di mobilità.

 

Durante la lavorazione di una ciclabile popolare.

Tabù

La ciclabile popolare di Porta Maggiore, una delle zone di Roma più congestionate dal traffico.

La realizzazione di corsie ciclabili promiscue (non protette, corsie ciclabili come quelle realizzate con costi irrisori durante gli ultimi anni dagli attivisti romani, vedi foto) dovrebbe essere la priorità assoluta per questa amministrazione in tema di mobilità e uso dello spazio urbano.

Roma partecipa – inspiegabilmente -da alcuni anni alla European Cycling Challenge (http://www.cyclingchallenge.eu/).

Il gioco è stato utile e ha dimostrato che è già possibile usare TUTTE le strade di Roma per attraversare la città in bicicletta.

Pochissimi sanno che si può andare bicicletta su TUTTE le strade di Roma e infatti in pochissimi lo fanno. La città è ostaggio delle automobili, il trasporto pubblico diventa inefficiente, la città intera è immobile, inquinata e pericolosa.

La realizzazione di corsie ciclabili promiscue – in pratica la realizzazione di pittogrammi di bicicletta su TUTTE le strade di Roma – non è solo un necessario presidio di sicurezza ma segna la rottura del tabù secondo cui le strade – cioè le superfici rivestite di asfalto o pietre che coprono la quasi totalità delle aree urbane – sono l’esclusivo dominio dei mezzi a motore.

A Roma, è necessario infrangere questo tabù.

No, in verità questo tabù è già stato infranto più volte e viene infranto ogni giorno, ogni minuto. Prima ne prenderà atto questa amministrazione, proseguendo il lavoro iniziato dagli attivisti romani, tanto meglio sarà per tutti.