Il 4 ottobre 2012 siamo stati invitati a parlare di Salvaiviclisti nella trasmissione Tg2 Insieme.
Author: loskindividuo
Piano Quadro della Ciclabilità
Sono passati quasi cinque mesi da quando, il 24 aprile scorso, l’assemblea capitolina approvò il Piano quadro per la ciclabilità, necessario per la creazione di un sistema di mobilità ciclabile nella città di Roma. A 6 anni dalla sua prima ideazione e a 2 anni
dal suo completamento, anche grazie alla nostra spinta, il piano fu approvato all’unanimità. Ricordiamo bene che la
votazione fu a ridosso della più grande manifestazione spontanea in questo paese di uomini e donne in bicicletta che chiedevano solamente una cosa: che l’Italia cambiasse finalmente strada a favore della mobilità leggera e a impatto zero. Ai Fori Imperiali, il 28 aprile successivo, eravamo in 50.000 a dirlo forte e chiaro.
I mesi sono passati. #Salvaiciclisti ha continuato a premere per un cambiamento di passo in questo paese, e non smetterà finché ciò non accada. Per questo abbiamo indetto, insieme a Fiab, Legambiente e Anci, gli Stati generali della bicicletta e della mobilità nuova, a Reggio Emilia il 5, 6 e 7 ottobre prossimi. I cittadini ciclisti sono
molto impegnati a costruire questo appuntamento nazionale, che si annuncia un momento di svolta per la riprogettazione del nostro paese
nella sua componente ‘mobilità urbana’.
Non ci siamo dimenticati però che il Piano quadro romano, sbandierato
da tutte le forze politiche romane come un loro esclusivo successo, non sia finora stato pubblicato, né tantomeno finanziato. Siamo costretti a sottolineare l’inconsistenza delle parole e delle decisioni formali dell’attuale politica, di ogni parte. Lo facciamo oggi con quest’azione, simbolica, per ricordare che alle parole devono seguire i fatti. In mancanza di questi, non perderemo occasione per ricordare all’elettorato di ogni parte quanto le promesse di chi si propone amministratore non abbiano séguito, documentandolo e
sottolineandolo continuamente.
#Salvaiciclisti lancia #30elode: petizione popolare per limite 30 km/h in tutte le aree residenziali d’Italia
2.556 ciclisti e 7.625 pedoni uccisi sulle strade italiane è il tragico bollettino degli ultimi 10 anni di quella che sempre più somiglia ad una guerra.
Per porvi freno, il movimento #salvaiciclisti ha oggi lanciato una petizione on line (change.org/30elode) indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della Commissione Trasporti alla Camera, Mario Valducci e, per conoscenza, ad altri parlamentari ed esponenti del panorama politico italiano per chiedere la riduzione dei limiti di velocità massima all’interno delle aree residenziali a 30 km/h ad eccezione delle arterie a scorrimento veloce.
“30 km/h significa offrire l’opportunità a chi conduce dei veicoli motorizzati di reagire prontamente ed evitare gli impatti che si possono verificare in strada: bambini che giocano, pedoni , ciclisti o anche animali che attraversano all’improvviso.”si legge sul sito del movimento che si batte per una mobilità che rimetta al centro le persone.
La richiesta dei 30 km/h è uno dei punti fondanti del manifesto di #salvaiciclisti e dell’iniziativa “Caro Sindaco” che lo scorso febbraio generarono grande dibattito sui social media e portarono 63 senatori e i sindaci di oltre 100 città ad aderire alle richieste del movimento.
Oltre all’annuncio del lancio della petizione, sul sito del movimento è stata anche inserita una presentazione che include un sunto della letteratura scientifica disponibile, delle esperienze provenienti nel resto del mondo e una confutazione punto per punto dei soliti pregiudizi che solitamente circondano la mitigazione del traffico.
Sfogliandola si ha la possibilità di scoprire che ogni morto sulle strade costa mediamente alla società oltre 1,3 milioni di euro e che, riducendo la velocità a 30 km/h, oltre a dimezzare il numero di morti e feriti in città, sarebbe agevolato anche lo sviluppo dei bambini, ormai impossibilitati a vivere la strada. Per contro, i tempi di percorrenza media per gli automobilisti aumenterebbero di appena il 3%.
“Uno degli obiettivi – fanno sapere dal movimento – è instaurare un dibattito sano e scevro da pregiudizi infondati riguardo al tema della sicurezza sulle nostre strade anche in vista della Settimana Europea della Mobilità che si terrà dal 16 al 22 settembre”
La petizione lanciata dal movimento #salvaiciclisti segue di pochi giorni l’annuncio della sperimentazione del limite di 30 km/h all’interno della cerchia dei navigli nel Comune di Milano. Tutto lascia credere che il dibattito in proposito sarà molto acceso e che il Parlamento italiano dovrà presto o tardi schierarsi.
Per seguire la vicenda su twitter, l’hashtag di riferimento è #30eLode
MAXXI, le email, le rastrelliere e #salvaiciclisti
Tutto è cominciato ieri sera nel giorno di Ferragosto. Carla scrive sul gruppo facebook Salvaiciclisti Roma:
“Oggi ho fatto una passeggiata al Maxxi, non ero in bici ma in una zona (tra le poche) in cui ci sono piste ciclabili, qui non c’erano rastrelliere… E il passaggio di ciclisti era costante. Con tutto quello spazio, che gli sarebbe costato? Possibile che anche in strutture recenti non si pensi mai a chi si muove su due ruote? Ora pare sia stato anche commissariato, figuriamoci se penseranno a installarle adesso”
Immediatamente gli utenti del gruppo si sono mobilitati per fare pressione sul nuovissimo Museo romano e ottenere l’installazione di stalli dedicati al parcheggio delle bici. In poche ore si è deciso di partire con l’invio di massa di messaggi agli indirizzi email della Fondazione MAXXI e alla relativa pagina facebook. La richiesta è semplice “diamo un segno di svolta e di civiltà in questa città ancora in ritardo rispetto alle altre capitali europee. Aiutateci a farci raggiungere il Museo nel modo più civile, economico e sostenibile, cioè con la bici“. La risposta della Fondazione non si è fatta aspettare e a metà giornata del 16 agosto è arrivata una dichiarazione ufficiale di Anna Mattirolo, direttore del settore Arte del Maxxi: “Non ho adesso sottomano le mail che stanno arrivando ma accogliamo senz’altro e con entusiasmo l’idea. Sarà nostra cura installare le rastrelliere il prima possibile: tra l’altro molti nostri giovani collaboratori vengono al lavoro in bicicletta”.
Siamo entusiasti del risultato finora ottenuto ma vigileremo attentamente sull’applicazione delle promesse. Cogliamo l’occasione per segnalare che tra tutti gli stalli in circolazione Roma ha già scelto il suo modello e vorremmo che fosse sempre questo ad essere installato. Si tratta del parcheggio a forma di Phi-greco di cui si trovano diversi esempi nelle principali stazioni ferroviarie e della metropolitana.