
La realizzazione di corsie ciclabili promiscue (non protette, corsie ciclabili come quelle realizzate con costi irrisori durante gli ultimi anni dagli attivisti romani, vedi foto) dovrebbe essere la priorità assoluta per questa amministrazione in tema di mobilità e uso dello spazio urbano.
Roma partecipa – inspiegabilmente -da alcuni anni alla European Cycling Challenge (http://www.cyclingchallenge.eu/).
Il gioco è stato utile e ha dimostrato che è già possibile usare TUTTE le strade di Roma per attraversare la città in bicicletta.
Pochissimi sanno che si può andare bicicletta su TUTTE le strade di Roma e infatti in pochissimi lo fanno. La città è ostaggio delle automobili, il trasporto pubblico diventa inefficiente, la città intera è immobile, inquinata e pericolosa.
La realizzazione di corsie ciclabili promiscue – in pratica la realizzazione di pittogrammi di bicicletta su TUTTE le strade di Roma – non è solo un necessario presidio di sicurezza ma segna la rottura del tabù secondo cui le strade – cioè le superfici rivestite di asfalto o pietre che coprono la quasi totalità delle aree urbane – sono l’esclusivo dominio dei mezzi a motore.
A Roma, è necessario infrangere questo tabù.
No, in verità questo tabù è già stato infranto più volte e viene infranto ogni giorno, ogni minuto. Prima ne prenderà atto questa amministrazione, proseguendo il lavoro iniziato dagli attivisti romani, tanto meglio sarà per tutti.